venerdì 10 gennaio 2014

Libri in vasca, in gondola, in barca e…in acqua

Luigi Frizzo è il titolare della Libreria Acqua Alta, una miniera di libri, aneddoti e segreti vicino a Santa Maria Formosa 

Su internet c'è chi la chiama "la libreria più bella del mondo”. Ma la si può descrivere anche come la più veneziana e fra le più bizzarre e originali in assoluto. Basta poco e si capisce perché: si chiama “Libreria Acqua Alta” e i suoi centomila libri in vendita, fra nuovi e usati, non sono sistemati ordinatamente in lineari scaffali ma accatastati in qualche mondo all'interno di barche, canoe, vasche da bagno e addirittura in una gondola con tanto di passeggeri (due bambolotti) che si sbaciucchiano.

In caso di emergenza, ecco la direzione
I giornalisti stranieri ne vanno pazzi; i giapponesi hanno realizzato quattro servizi per le loro televisioni; i turisti francesi e tedeschi, che leggono di questo posto nelle guide, ci vogliono andare a tutti i costi. La stravaganza di questo enorme labirinto di libri in Calle Lunga Santa Maria Formosa, ricavato da un magazzino al piano terra che l'acqua alta “abbraccia” puntualmente, non può però essere raccontata, né capita, senza conoscere il suo ideatore.
Si chiama Luigi Frizzo, ha 72 anni, si rivolge alle donne a suon di complimenti, parla perfettamente cinque lingue e ha girato in tutto il mondo. Ha avuto tre figli con tre donne diverse ed è diventato libraio a circa quarant'anni, dopo aver fatto il cameriere a bordo delle navi, il minatore, il carrozziere, la guida turistica e un'infinita serie di lavori saltuari in ogni angolo del globo. «Sono nato a Vicenza, cresciuto in Val D'Aosta e ho goduto della mia giovinezza a Tahiti, in Nuova Zelanda, in Canada, in Australia e in tanti altri posti - racconta -. Da piccolo pascolavo le mucche e aiutavo in miei genitori in campagna. E per strani percorsi della vita mi sono messo a fare il libraio». E che libraio: un seguace di Steiner che del motto “pensare, sentire, volere” ha fatto il leitmotiv della sua vita trasformando una libreria in mondo dove l'intelletto, le mani e la creatività sono una cosa sola. “Non si può solo leggere e studiare: bisogna anche fare, creare qualcosa con le mani – dice Frizzo - Solo facendo, si salta fuori: i libri parlano per insegnarci come agire”. 
Uno dei fedeli amici a quattro zampe di Luigi Frizzo
In mezzo ai libri di “Acqua Alta”, aperta nove anni fa, girano, mangiano e dormono quattro gatti, i volumi sono divisi per sezione e non esistono cataloghi digitali. Ci sono “chicche” introvabili sulla storia di Venezia, classici in lingua straniera, fumetti, stampe, cartoline, una galassia di esemplari sull'erotismo, e persino i profilattici del Casanova, che i turisti comprano come souvenir. Le uniche cose “tecnologiche” presenti nella libreria sono il telefono e la luce elettrica. A come trovare i libri che desiderano i clienti (il viavai è continuo) ci pensa Gianni Coppola, il fidato collaboratore di Frizzo che in mezzo a tanti mattoni di carta riesce sempre a pescare il titolo richiesto: «È come essere a casa. In casa tua sai sempre dove sono le cose, giusto? Ecco, io qui trovo sempre tutto a memoria». La libreria “Acqua Alta”, facile intuirlo, si chiama così perché, quando la marea cresce, Luigi Frizzo e Gianni Coppola vendono i libri con gli stivali di gomma addosso.
Tutto il mondo parla della famosa libreria, anche il Giappone!
In questo posto un po' “sconto” vicino a Campo Santa Maria Formosa, l'acqua entra che è un piacere e i libri, infatti, sono tutti sistemati a quindici centimetri da terra. 
L'idea di sistemarli in barche, vasche da bagno e in una gondola è venuta a Frizzo sia per rimanere il linea con il titolo, sia per dare un tocco di originalità alla libreria: «Mi sono portato qui un bel po' di canoe in disuso e una decina di vasche - racconta Luigi - le ho cercate apposta per mettere in salvo i volumi dall'acqua ma anche per dare un'identità a questo posto».
«E pensare che l'ho aperta quando volevo andare in pensione – continua – Ormai è diventata la mia casa e la casa dei miei amici, siamo sempre aperti e in piena attività». Con il Mose, forse, il titolo di questo regno di libri che può esistere solo a Venezia, inizierà a essere datato. «È tutto da vedere - chiude Luigi Frizzo -. Non mi dispiacerebbe che almeno qualche centimetro d'acqua venisse a farci visita ogni tanto. E nel caso in cui il Mose non funzionasse, e magari le maree diventassero ancor più eccezionali, in libreria abbiamo una porta d'acqua sempre aperta. Mal che vada ce ne fuggiamo da lì».
Testo e immagini di Silvia Zanardi
Link alla pubblicazione su "La Nuova di Venezia e Mestre"



mercoledì 8 gennaio 2014

Un pugno di gamberi e un lp di Elvis, grazie.

Paolo Bassich è un pescivendolo molto noto di Venezia , ma chi conosce la sua passione per il rock and roll?
Venezia - Frugando in quel mare di vinili, potrebbe spuntarne fuori uno rovinato, impossibile da ascoltare ma perfetto per raccontare la storia di Giampaolo Bassich, che a occhio e croce si può definire un uomo costante. Ha 67 anni e fa il pescivendolo da quando ne aveva 11; di recente ha festeggiato 44 anni di matrimonio e nel salotto del suo appartamento di Marghera ha oltre 4 mila dischi originali di rock and roll anni Cinquanta e Sessanta, che ha iniziato a collezionare quando era un adolescente. Il vinile rovinato potrebbe essere di Elvis, di cui Bassich possiede quasi tutta la discografia originale, oppure di Little Tony, uno dei primi cantanti a essere entrato nel suo giradischi, e rimanderebbe indietro ai pomeriggi degli anni Sessanta in cui i ragazzi di Mestre e Marghera affittavano le stanze delle case a 4 mila lire al giorno per le loro festine a base di rock and roll, aranciata e Vermut.
Paolo Bassich al lavoro in Campo Santa Margherita
«A forza di ballare abbiamo rovinato chissà quanti dischi – racconta – Ci siamo divertiti come matti, andavamo in giro per Marghera con il “pickè”, cioè il pick-up, e bussavamo alle porte delle case”. Da lì è iniziato tutto: la sua passione per il rock and roll e in particolare per Elvis Presley, di cui non solo custodisce come gioielli oltre 1.500 dischi originali, ma anche una ricca serie di libri e gadget del re del rock: dalle locandine dei film acquistate a fatica nei cinema della terraferma, alle “paper dolls” in mutande da vestire ritagliando le sagome di cartone a forma di camicia hawaiana o di giacca con le frange. Giampaolo Bassich è sicuramente fra i più grandi collezionisti italiani di dischi originali di rock and roll anni Cinquanta e Sessanta, da cui spuntano le perle di Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Beatles e Little Richard. In salotto ce n'è una buona parte, custodita con ordine, cura e criterio in un armadio costruito su misura per ospitare 45 giri, lp, cd, dvd e libri di varia dimensione, ma tanti altri tesori sono raccolti in scatoloni e bauli che Bassich tiene in altre stanze della casa.
La collezione RCA di "Loving You Teddy Bear"
La sua collezione è rara e piena di valore non solo perché comprende tutte le prime stampe dei dischi di Elvis, gran parte delle ristampe (con il marchio RCA, diventato successivamente RCA- Victor) e un universo di edizioni straniere dei suoi capolavori che arrivano anche dal Cile, dal Giappone e dall'India, ma anche perché narra la storia di un uomo, e di un lavoratore, che attraverso il rock and roll parla anche della sua vita. Lo sa bene chi va a comprare il pesce da lui in Campo Santa Margherita: «Mentre pulisco orate e branzini, provo sempre a chiedere se qualcuno ha dischi interessanti per me», confessa. «Ho iniziato a fare il pescivendolo a 11 anni, dando una mano a mio padre e da allora sveglia sempre alle tre del mattino, dodici ore di lavoro, e poi musica – racconta – Da ragazzo amavo vestirmi come i divi del rock e mi facevo fare tutto su misura. Per pagarmi il primo paio di scarpe che il maestro Segalin mi fece guardando quelle di Elvis nella copertina di “50,000,000 Elvis Fans Can't Be Wrong” fui costretto a vendere, un po' a malincuore, alcuni dei suoi lp».

Testo e immagini di Silvia Zanardi

Link alla pubblicazione su La Nuova di Venezia e Mestre